
Biografia
Mi chiamo Silvia, sono nata a Nuoro nel cuore della Sardegna.
Fin da bambina ho sempre avuto il bisogno di esprimere la mia creatività e la mia immaginazione, bastava un foglio, una matita, e riuscivo a dare sfogo alla mia vena artistica. Immediatamente voletti provare anche la macchina fotografica, ricordo solo che impazzì appena mio padre mi spiegò che potevo ritrarre un immagine per sempre sulla carta fotografica. Ai miei occhi era una cosa fantastica poter conservare quell’attimo in una foto, da quel momento non smisi un secondo di provarci.
Amo tutto ciò che è natura, amo gli animali e amo l’arte in ogni sua forma. Preferisco tutto ciò che non è come te lo aspetti, e stravolge il pensiero che ti sei fatto al principio, adoro l’effetto a sorpresa. Odio la monotonia.
“Non fotografate le cose come appaiono. Fotografatele come le sentite.” (David Alan Harvey)
Immagini
foto n°1
I miei ricordi sono quasi tutti racchiusi in questo vecchio mandorlo che guarda il mare. Lui mi ha visto nascere, e io l’ho visto piano piano seccare, ha superato vento, pioggia e temporali, proprio come me, ci siamo fatti compagnia per tanto tempo, ho giocato, riso e pianto sopra di lui, trattandolo come un vero compagno di vita. “Daemi sa forza pro cumbattere custu dolu, oje chi ses anzelu non mi lasses solu.”
foto n°2
Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi,
romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.
Siamo le ginestre d'oro giallo
che spiovono sui sentieri rocciosi
come grandi lampade accese.
Siamo la solitudine selvaggia,
il silenzio immenso e profondo,
lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.
Siamo il regno ininterrotto del lentisco,
delle onde che ruscellano i graniti antichi,
della rosa canina, del vento, dell’immensità del mare.
Siamo una terra antica di lunghi silenzi,
di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,
di montagne bruciate dal sole
e dalla vendetta. Noi siamo sardi.
(Grazia Deledda)
foto n°3
"E poi,ho la natura e l’arte e la poesia, e se questo non è sufficiente, che cosa posso volere di più.” (Vincent Van Gogh)